Chi sono
Mi chiamo Rosi Paradiso e ho fondato Oriwaka per realizzare un sogno: creare una bottega online dove riunire manufatti artigianali di antichi mestieri da tutto il mondo.
Sono nata a Maracay, in Venezuela, e vivo a Riva del Garda, in Trentino, dopo essere passata da Londra, Caracas, Tricarico (il paese dei miei nonni e miei genitori, in provincia di Matera), Fort Lauderdale in Florida, Roma e Tenerife. Sono cresciuta in un intreccio di culture, usi e costumi che ho sempre considerato naturale e che è una costante della mia vita.
Ho studiato Farmacia a Caracas e ho lavorato per tanti anni nel settore, con passione. In parallelo ho sempre avuto un amore profondo per il fatto a mano, la cura artigianale, i piccoli e preziosi manufatti di cui un tempo le botteghe locali erano piene.
Da bambina, nel villaggio di Tintorero, scoprii per la prima volta l’arte della tessitura delle amache, fatta ancora oggi con il telaio orizzontale di legno a pedali, e ne rimasi folgorata. Da allora la mia curiosità verso le tradizioni indigene non si è mai spenta, anzi, si è estesa a ogni territorio e continente che ho esplorato.
L’idea dello shop mi balenava in testa già da tempo, quando nel 2018, a Caracas, visitai una mostra di artigianato artistico Warao (la comunità che vive lungo il delta dell’Orinoco, in Venezuela). Lì ebbi modo di conoscere direttamente le artigiane creatrici dei prodotti e di parlare con loro, e mi resi ancora più conto di quale ricchezza inestimabile avessero tra le mani e di quanto fosse a rischio, tra mille difficoltà e peripezie.
Quell’incontro fu per me determinante, tanto che al popolo Warao devo non solo le prime collezioni di ceste che ho inserito nel catalogo, ma il nome stesso Oriwaka, che nella loro lingua significa “gioia, condivisione, festa”. Un augurio che è anche la missione del progetto.
Lo shop Oriwaka nasce nel 2020, con una prima selezione di manufatti venezuelani. Come prima cosa volevo sostenere le comunità aborigene della mia terra, che vantano un patrimonio artigianale straordinario, ma lo stanno abbandonando per convertirsi ad altri lavori più profittevoli, a volte anche abusivi o pericolosi per la propria salute (per esempio l’estrazione illegale dell’oro; ma io penso: «Avete in mano qualcosa che vale più dell’oro!»).
Nel tempo sto ampliando le collezioni ad altre culture, tecniche e territori, a partire dall’Italia, ricca di manifattura artistica; in prospettiva penso anche all’Indonesia, al Marocco e ad altre regioni del Sudamerica. Ogni spostamento, ogni viaggio vicino o lontano che faccio è fonte per me di grande ispirazione e apprendimento, ma soprattutto fonte di relazioni.
Oriwaka, che nella loro lingua (Warao) significa “gioia, condivisione, festa”. Un augurio che è anche la missione del progetto.
Ci sono capolavori artigianali nascosti ovunque e il mio obiettivo è farli affiorare, da un lato per riempire le nostre case di magia e bellezza, dall’altro per valorizzare questo immenso tesoro di abilità, culture e saperi arcaici che rischia di scomparire. Sostenere le antiche tradizioni ha un impatto concreto nelle nostre vite e allo stesso tempo nelle vite dei nostri partner artigiani; è una forma di solidarietà reciproca, che il mio progetto vuole incentivare.
Così come adoro viaggiare, amo profondamente la casa e la vivo con lentezza. La intendo come un luogo sacro che accoglie noi e i nostri cari, ospita i nostri amici, riflette le nostre emozioni. È lo spazio che più di tutti parla di noi: esprime i nostri valori, racconta le storie e i luoghi che abbiamo attraversato e ci hanno lasciato qualcosa. Sono convinta che anche i nostri complementi d’arredo e gli oggetti che usiamo tutti i giorni debbano sprigionare bellezza, e possano contribuire a creare una società e un pianeta migliori.
Oriwaka è, idealmente, la casa di tutte le botteghe locali del mondo, ma non è uno store.
Qui niente è prodotto in serie: ogni pezzo è stato accuratamente ricercato e selezionato; dove è stato possibile, ogni artigiano è stato ascoltato e ogni dettaglio messo in luce. Non seguiamo mode, tendenze, cambi stagionali, non rinnoviamo velocemente le collezioni (anzi: quando un oggetto finisce, potrebbe essere che non verrà riassortito mai più tale e quale; magari simile, ma non identico). Ogni manufatto è unico ed esprime non solo una tradizione, ma anche un momento e una voce particolari. Qui nulla è merce e tutto è incontro, dialogo, rispetto. Tutto ha un’anima, un’origine e una storia.
Oriwaka si rivolge a chi cerca un artigianato etnico ed etico, dai risvolti sociali, e contemporaneamente esige prodotti eleganti, con un’estetica senza tempo. Ne apprezza le tecniche ancestrali, ricche di sapienza e abilità manuale; considera un valore l’utilizzo di materiali naturali e planet-friendly – e qui, nel catalogo e nell’imballaggio, non c’è traccia di plastica. Tutte le creazioni valorizzano le risorse naturali del proprio habitat, dunque sono un esempio originario di economia slow, circolare e green, che oggi è di moda, ma è scritta da sempre nella nostra storia.
Con questo progetto mi faccio ambasciatrice di tanti artigiani, molti dei quali vivono lontano dalle opportunità digitali e commerciali. Mentre avvero il mio sogno di riunire tante loro creazioni, realizzo anche il loro stesso sogno, cioè che le loro opere possano raggiungere altre destinazioni, altre mani e altri cuori.
Oriwaka è un luogo di incontro e connessioni, aperto e appartato nello stesso tempo. È dedicato a chi apprezza la lentezza, è curioso di osservare e ascoltare, a chi è affascinato dal fatto a mano e dalle storie di chi lo ha creato.